Giovanni Pascoli rappresenta il passaggio tra la poesia tradizionale e quella moderna. Raffinato studioso dei classici italiani e latini, egli subì l'influenza di Carducci. D'altro canto le descrizioni di ambienti campestri e naturali, ritratti con grande attenzione anche per i particolari quotidiani e umili, rilevano suggestioni tipiche della poesia decadente : la percezione di segrete corrispondenze tra le cose , il senso incombente della fine, lo sgomento di fronte al mistero che si nasconde dietro la realtà apparente.
Nasce a San Mauro di Romagna il 31 dicembre del 1855, dove vive gli anni della sua infanzia presso la tenuta agricola La Torre, appartenente ai principi Torlonia, alle cui dipendenze lavora il padre. A 7 anni entra nel collegio degli Scolopi a Urbino insieme a due dei suoi fratelli. Dopo 5 anni, nel 1867, inizia la catena di lutti che segnerà la sua vita e condizionerà pesantemente la sua opera e la sua poetica: il padre viene assassinato in circostanze misteriose e la situazione familiare peggiorerà l’anno successivo per la morte per malattia della madre e della sorella primogenita.
Nel 1871 muore anche Luigi, uno dei fratelli con lui in collegio e così Giovanni si trasferisce a Rimini coi fratelli rimasti, poi a Firenze.Riesce a studiare e frequentare l’Università di Bologna, presso la facoltà di Lettere antiche, grazie ad una borsa di studio, provvidenziale vista la situazione economica disagiata della famiglia. A Bologna insegna in quel periodo Giosuè Carducci.Nel 1876 un altro lutto: muore il fratello Giacomo, a quel tempo unico sostegno economico dei fratelli.Intanto, parallelamente alla sua formazione culturale, si interessa di politica, accostandosi a gruppi anarchici romagnoli e partecipando a manifestazioni di piazza, tant’è che nel 1879 viene arrestato e resta in carcere 4 mesi, durante i quali matura un distacco dall’attivismo politico, pur rimanendo vicino agli ideali del socialismo utopistico.Nel 1882 si laurea e comincia la sua attività di insegnamento, prima nei licei poi, a partire dal 1897, all’università.Intanto ha vinto nel 1892 il Concorso internazionale di poesia latina ad Amsterdam (che vincerà anche nel 1912) e si è trasferito nel ’95 a Castelvecchio di Barga, in Garfagnana, con la sorella Maria, che sarà per lui, insieme a Ida, il nucleo familiare superstite cui resterà legato per tutta la vita.[Nei versi di argomento familiare, Pascoli esprime, nel non detto, la sua autobiografia interiore: l'assassinio del padre e l'incesto con le sorelle. L'antologia Trenta posie familiari di Giovanni Pascoli di Cesare Garboli da unità e autonomia a uno dei settori più rappresentati della creatività pascoliana.Inoltre, Vittorino Andreoli, famoso neurologo e psichiatra, conduce una attenta e sensibile analisi della vita affettiva e familiare di Giovanni Pascoli: I segreti di casa Pascoli. Sulla base di documenti spesso inediti e del suo particolare punto di vista di studioso delle anime umane e dei malesseri psicologici che affliggono chi, come il poeta decadente, ha vissuto tragedie familiari, traumi infantili, legami morbosi, porta il lettore a visitare una sua personale ipotesi sulla vita del Pascoli e della sua famiglia, N.d.r.]
Dopo aver insegnato all’università di Messina e di Pisa, al pensionamento del Carducci gli sarà affidata la cattedra di Letteratura Italiana a Bologna, dove lavorerà fino alla morte, avvenuta il 6 aprile del 1912.
La sua abbondante produzione di poesie, prose critiche, articoli, testi di conferenze, parte con la pubblicazione, nel 1891, della sua prima e forse più nota raccolta di poesie, Myricae, seguita in campo poetico nel 1897 dai Poemetti (divisi successivamente in Primi Poemetti e Nuovi Poemetti). Sono del 1903 i Canti di Castelvecchio, del 1904 i Poemi conviviali, poi gli Odi e inni (1906), i Poemi italici, Poemi del Risorgimento Inno a Roma, Inno a Torino (1911), poi Poesie varie (1912).Viene pubblicata parallelamente la produzione critica, abbondante e di notevole spessore, visto il suo ruolo di primo piano nel mondo universitario e culturale dell’epoca; dopo un breve saggio pubblicato nel 1897 sulla rivista «Marzocco» dal titolo Il fanciullino, in cui espone la sua poetica, l’esordio critico si ha con La Minerva oscura. Prolegomeni: costruzione morale del poema di Dante (1898); segue Sotto il velame, saggio di un’interpretazione generale del poema sacro (1900) e La mirabile visione, abbozzo di una storia della Divina Commedia (1902), Pensieri e discorsi (1907).Anche dopo la morte suoi testi inediti di conferenze, pensieri critici e poetici, traduzioni, lettere, vengono ancora pubblicati da curatori: tra i principali, Traduzioni e riduzioni (1913), Carmina (1914), Conferenze e studi danteschi (1914), Lettere.
X AGOSTO
San Lorenzo , io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto :
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono ;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!
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martedì 24 maggio 2011
Il Decadentismo
Il termine decadenza venne usato per la prima volta dal poeta francese Paul Verlaine per evidenziare uno stato d'animo di stanchezza, di sfinimento spirituale di attesa della fine: colore che si riconoscevano in tale stato d'animo fondarono intorno al 1880 , a Parigi, la scuola letteraria del Decadentismo per esprimere , con mezzi artistici loro propri , il rifiuto per la società moderna e i suoi meccanismi economici e sociali. I contenuti prinicpali di questa scuola furono:
*la critica della scienza, non considerata in grado di spiegare tutto l'esistente;
*la convinzione che in ogni uomo esistono zone oscure e profonde , a cui non è possibile arrivare con la sola ragione, e che il mondo è animato da forze misteriose non comprensibili all'uomo;
*l'esaltazione della bellezza come regola di vita e ideale supremo
* l'affermazione della superiorità della poesia, unico strumento in grado di raggiungere gli aspetti più misteriosi e segreti dell'esistenza umana e del mondo.
Sulla base di queste convinzioni , i poeti decadenti elaborano l'ideale della poesia pura , cioè una poesia fine a se stessa ,che nonsi propone né obiettivi pratici, come per esempio la celebrazione di un evento storico, né obiettivi educativi o morali, come la trasmissione di valori quali la giustizia o la libertà , ma che tende a svelare la verità nascosta dietro l'apparenza delle cose.
Per realizzare l'obiettivo della poesia pure i decadenti utilizzarono nuove forme poetiche:
*la scelta di parole suggestive, in grado di creare effetti musicali ed evocativi.
*le costruzioni sintattiche dal significato oscuro o volutamente ambiguo.
Si colloca in questo periodo anche l'attività di Sigmund Freus, il medico austriaco he fondò la psicanalisi, ossia la scienza che si propone di indagare gli strati più profondi e inconsci della personalità .
In Italia , gli artisti che più di altri adottarono queste tematiche furono:
GIOVANNI PASCOLI.
GABRIELE D'ANNUNZIO .
ITALO SVEVO.
LUIGI PIRANDELLO.
*la critica della scienza, non considerata in grado di spiegare tutto l'esistente;
*la convinzione che in ogni uomo esistono zone oscure e profonde , a cui non è possibile arrivare con la sola ragione, e che il mondo è animato da forze misteriose non comprensibili all'uomo;
*l'esaltazione della bellezza come regola di vita e ideale supremo
* l'affermazione della superiorità della poesia, unico strumento in grado di raggiungere gli aspetti più misteriosi e segreti dell'esistenza umana e del mondo.
Sulla base di queste convinzioni , i poeti decadenti elaborano l'ideale della poesia pura , cioè una poesia fine a se stessa ,che nonsi propone né obiettivi pratici, come per esempio la celebrazione di un evento storico, né obiettivi educativi o morali, come la trasmissione di valori quali la giustizia o la libertà , ma che tende a svelare la verità nascosta dietro l'apparenza delle cose.
Per realizzare l'obiettivo della poesia pure i decadenti utilizzarono nuove forme poetiche:
*la scelta di parole suggestive, in grado di creare effetti musicali ed evocativi.
*le costruzioni sintattiche dal significato oscuro o volutamente ambiguo.
Si colloca in questo periodo anche l'attività di Sigmund Freus, il medico austriaco he fondò la psicanalisi, ossia la scienza che si propone di indagare gli strati più profondi e inconsci della personalità .
In Italia , gli artisti che più di altri adottarono queste tematiche furono:
GIOVANNI PASCOLI.
GABRIELE D'ANNUNZIO .
ITALO SVEVO.
LUIGI PIRANDELLO.
giovedì 19 maggio 2011
L’HOMME QUI TE RESSEMBLE
fra J’ai frappé à ta porte
J’ai frappé à ton coeur
Pour avoir bon lit
Pour avoir bon feu
Pourquoi me repousser?
Ouvre-moi mon frère!...
Pourquoi me demander
Si je suis d’Afrique
Si je suis d’Amérique
Si je suis d’Asie
Si je suis d’Europe?
Ouvre-moi mon frère!...
Pourquoi me demander
La longueur de mon nez
L’épaisseur de ma peau
Et le nom de mes dieux?
Ouvre-moi mon frère!...
Je ne suis pas un noir
Je ne suis pas un rouge
Je ne suis pas un jaune
Je ne suis pas un blanc
Mais je ne suis qu’un homme
Ouvre-moi mon frère!...
Ouvre-moi mon ta porte
Ouvre-moi ton coeur
Car je suis un homme
L’homme de tous les temps
L’homme de tous les cieux
L’homme qui te ressemble!...
RENE’ PHILOMBE’,
Petites gouttes de chant pour créer l’homme ,
<< Le Monde >> , 8 février 1973
J’ai frappé à ton coeur
Pour avoir bon lit
Pour avoir bon feu
Pourquoi me repousser?
Ouvre-moi mon frère!...
Pourquoi me demander
Si je suis d’Afrique
Si je suis d’Amérique
Si je suis d’Asie
Si je suis d’Europe?
Ouvre-moi mon frère!...
Pourquoi me demander
La longueur de mon nez
L’épaisseur de ma peau
Et le nom de mes dieux?
Ouvre-moi mon frère!...
Je ne suis pas un noir
Je ne suis pas un rouge
Je ne suis pas un jaune
Je ne suis pas un blanc
Mais je ne suis qu’un homme
Ouvre-moi mon frère!...
Ouvre-moi mon ta porte
Ouvre-moi ton coeur
Car je suis un homme
L’homme de tous les temps
L’homme de tous les cieux
L’homme qui te ressemble!...
RENE’ PHILOMBE’,
Petites gouttes de chant pour créer l’homme ,
<< Le Monde >> , 8 février 1973
LE PROBLÈ ME DU RACISME
La France a toujours été un pays cosmopolite , une mosaique multicolore ; ce mélange de peuples d’origines différentes a posé parfois des problèmes de racisme. Le code pénal français punit sévèrement le racisme et déclare que mȇme les injures et la diffamation sont à ce regard , assimilées à un délit.
La France a toujours été une terre d’accueil ouverte surtout aux immigrés venus de l’Afrique du nord ( Maghreb) et de l’Afrique noire , qui étaient jusque dans les années Soixante des territoires français n’a pas été toujours simple pour ces populations. Ensuite, au fil des années , ces étrangers ont contribué à l’enrichissement de la France et à son intégration dans le concert des grandes nations.
Aujourd’hui on dit que les populations d’origine étrangère seraient partiellement responsables du chômage.
L’effritement de la puissance industrielle , l’affaiblissement de l’état-providence ainsi que la dilution de la conscience nationale, ont apporté en France une nouvelle vague de racisme. Le racisme s’est infiltré touchant d’accord les travailleurs immigrés appés en France au moment de la prospérité économique. Venus en célibataires , ils ont ensuite souvent été rejoints par leurs familles ils sont accusés de “voler le pain des Français”.
La crise de certais quartiers est également issue des erreurs de la politique du logement ; selon l’association SOS racisme , il faut résoudre les problèmes concrets de banlieues.
La France a toujours été une terre d’accueil ouverte surtout aux immigrés venus de l’Afrique du nord ( Maghreb) et de l’Afrique noire , qui étaient jusque dans les années Soixante des territoires français n’a pas été toujours simple pour ces populations. Ensuite, au fil des années , ces étrangers ont contribué à l’enrichissement de la France et à son intégration dans le concert des grandes nations.
Aujourd’hui on dit que les populations d’origine étrangère seraient partiellement responsables du chômage.
L’effritement de la puissance industrielle , l’affaiblissement de l’état-providence ainsi que la dilution de la conscience nationale, ont apporté en France une nouvelle vague de racisme. Le racisme s’est infiltré touchant d’accord les travailleurs immigrés appés en France au moment de la prospérité économique. Venus en célibataires , ils ont ensuite souvent été rejoints par leurs familles ils sont accusés de “voler le pain des Français”.
La crise de certais quartiers est également issue des erreurs de la politique du logement ; selon l’association SOS racisme , il faut résoudre les problèmes concrets de banlieues.
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